In trent’anni non è migliorato niente o quasi, che cosa fare? Piccoli passi
avanti, ma ora è necessaria una spinta in più. Serve per le donne che hanno bisogno di
autonomia economica, per le famiglie che hanno bisogno del doppio reddito e per il Paese
che ha bisogno di più figli e più Pil. Per raggiungere il risultato bisogna lavorare su due fronti:
riforme dall’alto e cambio di mentalità dal basso. Mai da sole, sempre con gli uomini. Il lavoro
è difficile da conciliare con la maternità e per le donne la libertà di lavorare non esiste: devi
ancora scegliere se lavorare o fare figli. Il 50% delle donne rimangono tagliate fuori dal mercato
del lavoro e continuano a fare il 70% del lavoro domestico gratuito, per cambiare qualcosa ci
vorranno 100 anni. Che cosa fare: più congedi di paternità, agevolazioni per chi assume aiuti
domestici in regola perché, se anche la condivisione fosse perfetta, non basterebbe.
I lavori precari sono in larga parte riservati alle donne (part time involontario, contratti a
termine). Che cosa fare: incentivi alla stabilizzazione delle donne. Per le donne la carriera
esiste solo al prezzo di enormi sacrifici, solo il 20% sono dirigenti. Che cosa fare: potenziare
la certificazione di genere per le imprese, imporre una nuova modalità di leadership. Nel
settore privato le donne guadagnano il 16,5% in meno degli uomini, che cosa fare: potenziare
la certificazione di genere, più trasparenza come in UK.
Mettersi in proprio per una donna è una missione impossibile, solo il 22% sono imprenditrici,
concentrate peraltro nei settori a più bassa criticità. Che cosa fare: spendere bene i 400 milioni
del Pnrr e favorire il passaggio del testimone alle figlie. Per ciascuna di queste criticità, il libro
delinea la situazione nel dettaglio, raccontando storie di donne toccate da questi problemi
e descrivendone le misure oggi in campo; nello specifico il volume indica possibili strade
da percorrere per accelerare il cambiamento. Il tutto rivolgendosi sia agli uomini quanto alle
donne, perché solo insieme sarà possibile costruire nuovi e più sani equilibri.
L'autrice
Rita Querzè
Rita Querzè, classe 1967, emiliana, giornalista dal 1990, al Corriere della sera dal 1996. Dopo una lunga esperienza da cronista, dal 2013 è alla redazione Economia del quotidiano. Da sempre si occupa di lavoro, evoluzione del sistema produttivo, relazioni industriali e dinamiche della rappresentanza. Ha pubblicato Smart working: diritti (e doveri) per chi lavora da casa (2021, allegato al Corriere dalla Sera) ed ha contribuito ad alcuni saggi a più mani editati dal Corriere della Sera, in particolare: Maternità, il tempo delle mamme (2016) e Il coraggio di ricominciare, la rinascita
dell’Emilia (2013). Ha pubblicato inoltre, con altre colleghe del Corriere, Questo non è amore (2013, Marsilio) e Le cinque fatiche di Milano (2005, Franco Angeli).